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La cattedrale di Ostuni, dedicata a Santa Maria Assunta, fu costruita - probabilmente sul luogo della antica cattedrale romanica - a partire dalla seconda metà del XV secolo, durante l'episcopato di Nicola Arpone (1437-1470), e fu completata intorno al 1500.
L'assetto interno dell'edificio, a tre navate, trova riscontro nella facciata tripartita e suddivisa da slanciate lesene, culminanti in piccoli cibori.
La facciata è caratterizzata da un singolare coronamento mistilineo, consistente in un gioco di curve inflesse che terminano la cuspide centrale e di due curve estroflesse che chiudono le due navate laterali. Il margine superiore delle curve è profilato da una cornice continua definita a punta di diamante, mentre il margine inferiore è decorato da una cornice ininterrotta di archetti trilobati sorretti da protomi animali e umane.
I tre portali di ingresso, ad arco acuto lievemente carenato, sono incorniciati da membrature litiche decorate con un motivo a fune. Nella lunetta del portale centrale un altorilievo di pregevolissima fattura raffigura la Vergine in trono con il Bambino circondata da due angeli in volo che riceve l'omaggio, ai suoi piedi, del vescovo Nicola Arpone, raffigurato in ginocchio. Nelle lunette laterali appaiono raffigurazioni di San Giovanni e San Biagio, protettore di Ostuni, che reca un modellino della città nella mano.
I portali laterali sono sormontati da due oculi decorati da una raggiera con otto colonnine, mentre il portale principale è sovrastato dal grande rosone centrale, composto da un doppio giro di colonne - ventiquattro slanciate colonnine con capitelli legati tra loro da archetti trilobati nel cerchio maggiore, otto tozze colonnine nel cerchio minore - al centro del quale spicca in un rilievo a tutto tondo un Cristo Salvator Mundi, circondato da cherubini. Il rosone è orlato da uno spesso nastro decorativo aggettante, composto da fregi vegetali abitati da busti di profeti.
L'interno della cattedrale è stato notevolmente modificato a causa dei rimaneggiamenti che si sono susseguiti nel corso del tempo e appare denso di arredi e decorazioni tardo barocche. Il catino absidale è lievemente fuori asse rispetto all'andamento della navata principale.
La rimozione della cantoria e dell'organo collocati sul retro della facciata ha restituito, pur se molto abrasi, due capitelli dei semipilastri originari, databili al momento iniziale di erezione dell'edificio. Il capitello a sinistra del portale maggiore, caratterizzato, come l'altro, da un pulvino decorato da foglie di lattuga ripiegate, di gusto propriamente tardogotico, mostra l'echino decorato con scene della Passione di Cristo: si riconoscono l'Ecce homo, la Crocifissione, il Compianto sul Cristo morto e la Resurrezione. Dovevano corrispondergli altre scene nel capitello a destra, tra le quali si riconoscono la Resurrezione di Lazzaro e la Flagellazione. La qualità dei capitelli si attesta, come quella delle lunette dei portali, verosimilmente attribuibili alla medesima bottega, su un elevato prodotto di una matura bottega locale attiva tra la fine del XV e il primo quarto del secolo successivo.
Data ultimo aggiornamento: 20/02/2020