Galleria fotografica
È possibile navigare le slide utilizzando i tasti freccia
Il Museo Diocesano di Ostuni, situato al piano terra dell’antico Palazzo dell’Episcopio è stato concepito per ospitare le opere d’arte provenienti dal Tesoro del Capitolo della Concattedrale, dalla Collezione Archeologica Capitolare e dalle locali chiese e dai monasteri benedettino e carmelitano, fondato il primo nel 1519, il secondo nel 1730. Posto accanto alla Cattedrale, conserva ed espone il patrimonio storico-artistico della Chiesa di Ostuni, che racchiude testimonianze e capolavori di valenza internazionale, come la collezione archeologica di epoca messapica (secc. VII-II a.C.) con reperti provenienti dalle tombe rinvenute negli Orti della Rosara e che comprendono ceramiche a figure rosse, ceramiche apule a vernice nera, ceramiche di stile Gnathia e altre tipologie di ceramiche, tra le quali trozzelle, anfore, crateri, unguentari, lucerne e giocattoli. Inoltre, vi è esposto l’ostensorio architettonico in argento del Seicento, i paramenti liturgici settecenteschi e il rarissimo Cristo anatomico. Si tratta di un piccolo crocifisso in cera, databile tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, che mostra all’osservatore fino a che punto Gesù Cristo sia vero uomo: uno sportellino sull’addome consente, infatti, di contemplarne le interiora, di cui si distinguono cuore, polmoni, intestino tenue e crasso e gabbia toracica. Cristo è al tempo stesso Dio e uomo fin dentro le sue membra. Per la sua bellezza, per il suo complesso significato teologico e, soprattutto, per la sua estrema rarità, il crocifisso anatomico conservato in questo museo rappresenta uno dei capolavori dell’intera arte cristiana. Nel museo è inoltre custodita la statua della Madonna ‘viva’ della fine del Seicento, una statua lignea ‘da vestire’ della Madonna del Rosario, oggetto di antico culto nella città di Ostuni. La statua, realizzata nella metà del Settecento a dimensioni naturali, ha busto e arti snodabili per assumere le più svariate posture e per facilitarne la vestizione. La sua grande qualità artistica emerge dalle forme armoniche del corpo, dagli snodi precisi, dalla naturalezza e dall’eleganza dei lineamenti fisionomici, dalla delicatezza e dalla luminosità della carnagione (quasi porcellanata, secondo il gusto settecentesco) e dalla descrizione meticolosa dei particolari, come le labbra, la dentatura appena percepibile, le gote, le sopracciglia, gli occhi, la capigliatura, i seni compressi, le clavicole, le mani, le raffinate calzette e le pantofole. Per una precisa scelta curatoriale la statua, di recente restaurata, è mostrata svestita allo scopo di permettere al visitatore di ammirare tutta la sua bellezza artistica e di cogliere la complessità dei suoi snodi. Nel rispetto della sua iconografia liturgica, alla statua venivano fatti indossare preziosi indumenti, che potevano cambiare in funzione delle diverse celebrazioni o delle processioni; tra pollice e indice delle due mani si distinguono due grani di rosario, i cui fori permettono di farvi passare le corone da appendere al termine della vestizione, mentre i fori ai lobi delle orecchie permettono di fissarvi brillanti orecchini. Nell’insieme l’opera è una delle migliori Madonne snodabili ‘da vestire’ del Settecento dell’Italia meridionale. Nella pinacoteca sono esposti i dipinti provenienti dall’antica Cattedrale, dagli appartamenti privati dei vescovi ostunesi, dalle collezioni del Capitolo della Concattedrale e dai fondi artistici delle locali chiese e monasteri femminili. Si tratta di opere di ambito meridionale, e in alcuni casi strettamente locale, realizzate a partire dal Cinquecento, a cui data la tela col Sant’Andrea che presenta un canonico alla Vergine, che racchiude una tra le più antiche e suggestive vedute della città di Ostuni. I dipinti, per quanto alcuni di fattura modesta, sono documenti preziosi che aiutano a fare luce sulle speciali devozioni del clero e del popolo ostunese alla Santa Vergine e ai santi e sulle commissioni artistiche ecclesiastiche e nobiliari dei secoli passati. Tra le opere di maggior rilievo sul piano storico-artistico si segnalano il San Girolamo penitente dinanzi a papa Sisto V, riferibile alla metà del Seicento, San Francesco ottiene l’indulgenza della Porziuncola, realizzato tra la fine del Seicento e l’inizio del secolo successivo, la monumentale pala con la Visione di san Filippo Neri, tratta direttamente dall’esemplare di Guido Reni (1575-1642) datato 1614-1615 e custodito nella chiesa romana di Santa Maria in Vallicella, la tela col San Gennaro davanti al Golfo di Napoli, che documenta l’eruzione del Vesuvio del 1779, e il Ritratto dell’Arcidiacono di Ostuni Pietro Aurisicchio, dipinto nel 1874 dal celebre pittore ostunese Luigi Oronzo Pappadà (1849-1949). Una sala a parte è dedicata ai preziosi ex voto provenienti dalle chiese del centro storico, alle pergamene di epoca medievale e ai testi che documentano la storia delle monacazioni benedettine a Ostuni a partire dal lontano 1533, elencando i beni di proprietà del monastero con la storia della città e della Chiesa locale. Al termine del percorso è possibile visitare l’incantevole Giardino dei Vescovi, che sorge nella parte più alta della città di Ostuni e la cappella del Vescovo intitolata a San Francesco. Per rendere la visita un’esperienza piacevole, istruttiva e culturalmente stimolante, lungo tutto il percorso si trovano apposite didascalie in italiano e inglese da ascoltare anche sul proprio smartphone, che spiegano in modo chiaro e semplice le opere esposte. Inoltre, apposite didascalie sono dedicate ai bambini, che in compagnia della mascotte del Museo, l’angelo Ronzino, possono apprendere divertendosi.
Data ultimo aggiornamento: 05/08/2020