Bartolomeo Vivarini e aiuti di bottega, Polittico di Conversano: La Natività; SS. Francesco, Andrea, Giovanni Battista, Pietro, Paolo, Girolamo, Domenico e Teodoro, tavola, cm 225 x 270, cat 581 (© G.A.VE Archivio fotografico – “su concessione del Ministero della Cultura - Gallerie dell’Accademia di Venezia”)
Il polittico di Conversano è un’opera realizzata dal pittore rinascimentale Bartolomeo Vivarini e costituisce un’importante testimonianza dei rapporti politici e commerciali che per secoli legarono la Repubblica di Venezia ai territori pugliesi. Dalla Terra d’Otranto alla Capitanata, l’arte veneziana rappresentò un importante modello di riferimento per la diffusione della cultura figurativa in Puglia fino al Seicento, quando la rivoluzione caravaggesca ha decentrato l’asse dei rapporti artistici verso la capitale del Regno di Napoli.
Percorrendo il corridoio Adriatico, un gran numero di capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti dell’arte veneziana – dal prezioso polittico tardogotico di Lorenzo Veneziano proveniente dal Monastero di San Giovanni Evangelista di Lecce e ora conservato nel Museo Castromediano, alle tele manieriste di Jacopo Palma il Giovane della Matrice di Tricase – salpavano dai porti della Serenissima per raggiungere le ricche città pugliesi, che costituivano un ponte diretto sul Mediterraneo.
Per le commissioni pugliesi furono impegnati grandi maestri del Rinascimento come Giovanni Bellini, che realizza la pala di San Pietro Martire per la chiesa di San Domenico a Monopoli, ora conservata nella Pinacoteca Corrado Giaquinto o Lazzaro Bastiani che dipinge il San Girolamo nello studio, capolavoro custodito nel Museo Diocesano di Monopoli, ma la bottega che ebbe un maggior successo fu quella dei muranesi Vivarini, costituita dal capostipite Antonio, dal fratello minore Bartolomeo e dal figlio Alvise.
Si trattava di una vera e propria industria che copriva tre generazioni di artisti e aiutanti, le cui opere hanno impreziosito monasteri e chiese di tutto il bacino adriatico: dal fronte balcanico a quello italiano, dalle Marche alla Calabria, lasciando il maggior numero di testimonianze proprio in Puglia.
Tra le opere pugliesi di Bartolomeo Vivarini a noi pervenute (molte altre nei secoli sono andate disperse), si distingue per la qualità esecutiva il polittico realizzato nel 1475 su commissione di Antonio De Caritate, canonico della Cattedrale di Conversano, come indicato sull’iscrizione ai piedi della Vergine: «HOC HOPUS SUMPTIBUS DOMINI ANTHONII DE CHARITATE CANONICI ECCLESIE DE CONVERSANO IN FORMAM REDACTUM EST 1475».
L’autografia dell’opera è invece documentata dalla firma «OPUS FACTUM VENETIIS PER BARTHOLOMEUM VIVARINUM» che non lascia alcun dubbio sulla paternità del caposcuola muranese.
La macchina d’altare conta ventitré scomparti dipinti su tavola e dimostra un gusto pittorico pienamente condiviso tra Puglia e Venezia durante Rinascimento, che riconosce nei fondi dorati la comune radice bizantina della cultura figurativa veneziana e pugliese.
Il polittico di Conversano è composto da una tavola centrale che raffigura una Natività affiancata da una schiera di Santi, quattro per lato, nella parte inferiore (predella) sono presenti gli Apostoli a mezza figura, mentre la parte superiore presenta una cimasa che raffigura un Cristo in Pietà tra due angeli in adorazione. Tutti i Santi a figura intera (da sinistra a destra: Francesco d'Assisi, Andrea, Giovanni Battista, Pietro, Paolo, Girolamo, Domenico e Teodoro) sono ritratti su un fondo dorato interrotto solo da un gradino che crea continuità spaziale e solidità prospettica nell’insieme della composizione. Diverso è per il pannello centrale, che invece non ha il ricorrente fondo dorato, ma una pittura moderna che colloca la sacralità della scena sotto una capanna e un paesaggio roccioso che si staglia nell’azzurro del cielo. Seppur guardando ad una pittura di matrice bizantina, particolarmente apprezzata dai committenti pugliesi, il pittore riesce a coniugare la tradizione agli aggiornamenti della nuova stagione rinascimentale, dimostrando intelligenza e grande versatilità nel lavoro. L’oro delle tavole è un chiaro omaggio alla stagione bizantina, ma questo non confina il polittico pugliese ad una pittura retrograda ed antiquata grazie ad uno sguardo attento volto alla pittura rinascimentale d’avanguardia che il giovane Bartolomeo aveva potuto apprendere a Padova studiando gli affreschi di Andrea Mantegna nella chiesa degli Eremitani.
Il polittico di Conversano fu custodito fino alla seconda metà dell’Ottocento presso il Conservatorio di San Giuseppe per poi essere stato venduto dalle monache dell’istituto e dopo aver transitato nel mercato antiquario, fu acquistato dallo Stato e nel 1883 entrò nelle collezioni delle Gallerie dell’Accademia di Venezia (redazione Cartapulia).