Dove si trova: Le opere realizzate sono site in via Salvatore; via Monteforte-via Indipendenza; vico Piazza; muro parapetto sotto il castello; via Leopardi; via Salvatore; via Portella di sant’Andrea; largo Perillo; via Barbarito; via San Rocco.
L’intento dell’iniziativa è quello di valorizzare il “paesaggio umano” fatto di volti, mani, storie e sguardi, capace di raccontare il passato e il presente della comunità di Sant’Agata di Puglia. Le opere sono state realizzate nel centro storico e dialogano con la storia urbana del borgo, instaurando un appassionante dialogo tra arte e territorio. Il progetto espositivo segue un percorso identitario composto da dieci immagini, attraverso un’azione documentaria a metà strada tra street-art e fotogiornalismo. I soggetti raccontati sono rappresentativi della popolazione attuale, caratterizzata da una “forbice” molto aperta: da un lato gli anziani, custodi della memoria storica del luogo e ultimi testimoni di una comunità sempre più rarefatta e dall’altro i bambini che rappresentano una speranza per la continuità culturale di Sant’Agata. Nel mezzo, vi è il tema dell’emigrazione, un fenomeno che sui Monti Dauni ha lasciato un solco generazionale, tema trattato evidenziando le relazioni tra gli individui e le caratteristiche fisiche ed estetiche di “chi è rimasto”. Attraverso le opere si intende così raccontare le storie del borgo e della propria identità culturale, facendo emergere la memoria del passato, quando la comunità santagatese, prima del massiccio fenomeno migratorio, viveva in simbiosi con la natura e il paesaggio.
Il progetto artistico è stato realizzato e curato da Alessandro Tricarico.